La Terapia Metacognitivo-Interpersonale (TMI) è un recente modello di psicoterapia, nato a fine anni 90, grazie al Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma, per la cura delle persone affette da disturbi di personalità.
La TMI risulta essere uno dei trattamenti più strutturati e di promettente efficacia che si basa sulla comprensione e gestione degli aspetti che caratterizzano un disturbo. Alla base di questa terapia ci sarebbe la metacognizione, ossia la capacità umana di capire sia i propri stati mentali che quelli altrui e la capacità di riflettere su di essi, conoscendoli bene.
In genere, le persone con disturbi di personalità presentano difficoltà a capire pensieri ed emozioni non solo personali ma anche rispetto agli altri, non riuscendo, di conseguenza, a relazionarsi adeguatamente. Ogni disturbo di personalità, racchiude in sé delle disfunzioni cognitive, degli stati mentali complessi, schemi e cicli interpersonali, specifici per ognuno. Per comprendere e curare un disturbo di personalità bisogna capire, innanzitutto, come gli elementi che lo contraddistinguono si influenzano tra loro dando origine a un funzionamento patologico persistente. Per questo motivo, il modello della TMI, pone l’accento sugli schemi e sui cicli interpersonali non funzionali, sugli stati mentali problematici, sulle disfunzioni metacognitive, sulla difficoltà nella regolazione dell’autostima e sui processi di valutazione di scelta, suddividendo i disturbi di personalità in aree di funzionamento mentale e intervenendo sui loro circuiti di rinforzo. Per capire il paziente la TMI si avvale del racconto di specifici episodi inerenti alle relazioni interpersonali, descrivendone situazioni e contesti dettagliati, dove è nata la sofferenza, come sia emersa e come si mantiene nel tempo.
Nel corso dello sviluppo ogni persona assimila dei copioni caratteristici, che sono specifici per ognuno e vengono trasportati al mondo esterno riproducendo le modalità di interazione apprese con le figure di riferimento che le permetteranno di dare origine a previsioni e aspettative riguardo all’evoluzione di tutte le altre relazioni interpersonali.
Queste strutture cognitivo, affettivo e somatiche sono definite Schemi Interpersonali e vengono costruiti partendo dalle motivazioni primarie di ciascuna persona come il bisogno di protezione, di stabilità, di amore, di cura, di accettazione ma anche per far sperimentare alla persona stessa la propria autonomia ed esplorare l’ambiente circostante. Una volta creato, con il passare del tempo, lo schema interpersonale si rafforza, custodendone all’interno le rappresentazioni dell’immagine di sé, dell’altro e del tipo di relazione che ha con le altre persone. Partendo dal presupposto che le emozioni sono la forza che muove l’azione, si capisce come uno schema sia una riproduzione del tutto soggettiva, articolato dall’attivazione di un desiderio, chiamato WISH. Il desiderio è ciò che spinge la persona all’azione, quello che ha pensato e che ha fatto per realizzarlo, come hanno risposto gli altri e come si reagisce alla risposta dell’altro. In breve, il desiderio attiva sistemi volti alla sua soddisfazione del tipo “Se …. Allora …” che ottengono, di solito, una risposta dell’Altro che, a sua volta, suscita una risposta del Sé di tipo emotivo, cognitivo e comportamentale.
Il modello della TMI, attraverso l’utilizzo di numerosi strumenti terapeutici efficaci, è utile per il trattamento di pazienti con disturbo borderline di personalità, disturbo narcisistico di personalità, disturbo paranoide di personalità, disturbo dipendente di personalità e disturbo evitante di personalità.
La TMI favorisce il potenziamento della consapevolezza dei propri stati mentali, l’accrescimento della capacità di distinzione tra pensieri e realtà, l’identificazione degli aspetti tipici e frequenti degli stati mentali, la migliore comprensione del punto di vista altrui, la riorganizzazione e la trasformazione dei cicli interpersonali disfunzionali che tengono saldo il disturbo, l’ampliamento del senso di affettuosità con gli altri, l’aumento dell’empatia, della stabilità della propria identità, della capacità di riconoscere gli obiettivi di vita a medio e lungo termine.
Rispetto alle nuove terapie del filone Cognitivo-Comportamentale, la Terapia Metacognitiva Interpersonale, presenta un’attenzione particolare alle disfunzioni metacognitive dei pazienti, avendo a disposizione numerose tecniche specifiche capaci di promuovere la metacognizione. Essendo un modello integrativo che utilizza tecniche cognitivo-comportamentali, tecniche Mindfulness, tecniche interpersonali, emotion-focused, e che si fonda sul principio di “usare quello che funziona”, rinegoziando di continuo il contratto terapeutico, la TMI rende il paziente partecipe e protagonista delle sedute, decidendo di quale argomento parlare, individuando gli episodi che hanno attivato le credenze disfunzionali, riassumendone i punti e ideando homework personalizzati.
Tutto questo favorisce il benessere globale del paziente.