“ … la mente ha bisogno di essere rieducata a sentire le sensazioni fisiche e il corpo ha bisogno di essere aiutato a tollerare e a godere del benessere del contatto” (B. Van der Kolk)
Lo Yoga Psychotherapy è un approccio bottom-up, dal basso in alto, di cura psicoterapeutica. In questa ottica la conoscenza di sé parte da un’analisi sensoriale che inizia nel momento stesso in cui si manifesta ed è rilevata dai sensi; tutto parte dai dati e non richiede conoscenza o apprendimento pregresso. In questo contesto lo Yoga può essere esercitato unicamente da uno psicoterapeuta in possesso delle necessarie e corrette qualifiche, poiché tale attività rientra negli approcci terapeutici che prediligono il corpo come “strumento” di indagine conoscitiva e come strumento d’intervento. Lo Yoga applicato al contesto terapeutico mira a conservare la natura intrinseca dello Yoga stesso, la sua chiave psicologica di lettura e di racconto si esplica attraverso il corpo e il movimento, attraverso un’ampia e completa modalità, uno spazio libero e aperto, quello del corpo, osservato con mente Mindful in un contesto più ampio del concetto di cura mente-corpo. In questo modo è possibile coltivare una strada verso la “presenza incarnata” della mente sia nel che con il corpo.
La pratica dello Yoga aiuta la persona a conoscere da un’altra prospettiva i propri livelli di iper e/o ipo arousal corporeo, aiuta a osservare cosa accade direttamente nel corpo quando un’emozione negativa (ansia, depressione, rabbia, disgusto, tristezza) si manifesta oltre il livello della propria finestra di tolleranza. Vedere come le proprie narrazioni abbiano sempre un substrato fisiologico e quindi conoscerle e conoscersi attraverso il corpo, questo, nel tempo, consente di non essere travolti da quei sintomi fisici che l’attivazione fisiologica di quell’emozione ha portato, contribuisce a sviluppare una maggiore sensibilità e tolleranza verso gli stessi sintomi, diminuisce i processi di somatizzazione e favorisce un miglioramento della propria qualità di vita. È possibile, quindi, vedere come il corpo possa divenire uno strumento per la gestione di sintomi fisici collegati all’ansia e/o alla depressione, il dolore fisico ed emotivo legati ad un’ipersensibilità personale o stati di malattia fisica. Una delle funzioni dello Yoga è quella di “legare” inteso come unire, unire le “voci dissonanti” della mente, unire le comunicazioni divergenti del corpo, far nascere la leggerezza dalla pesantezza e l’equilibrio dall’eterno traballare. Attraverso un’educazione che passa per il corpo è possibile comunicare alla mente e intervenire su schemi di pensiero direttamente attraverso i propri schemi motori. Il tutto richiede movimenti calmi, pazienti, dolci inseriti nella cornice della Mindfulness e un ascolto profondo di sé che si sviluppa in modo continuativo e graduale. In questo modo è possibile creare nuove condizioni per il proprio corpo, nuove opportunità, offrire quelle “prove concrete” ad una mente impaurita e/o sfiduciata per creare migliori condizioni al fine di raggiungere il proprio benessere psicofisico mediante l’uso delle possibilità che il qui ed ora conferiscono. La pratica dello Yoga è contraddistinta da aspetti dinamici e statici: sia le posizioni fisse, sia i movimenti attuati singolarmente per raggiungere la posa conducono a scoprire la consapevolezza di tutte le parti del corpo, delle superfici in cui si esprimono e dei loro confini. È possibile raggiungere numerosi benefici come saper riconoscere cambiamenti interni delle sensazioni fisiche, le diverse oscillazioni emotive che avvengono nel qui ed ora, sperimentare le potenzialità di movimento diventando consapevoli di come la mente reagisca ad esso. Uno Yoga svolto con un approccio Mindful permette di giungere ad una consapevolezza terapeutica di carattere cognitivo mediante una consapevolezza corporea, la stessa si adagia nella mente in modo leggero, come leggeri sono i movimenti praticati, il tutto accompagnato e sostenuto dal respiro. Le asana e i movimenti di preparazione all’asana stessa divengono la via attraverso cui è possibile raggiungere sé stessi, per volgersi in quella sfera dell’essere. Senza più alcuna distinzione tra mente e corpo, essere un tutt’uno partendo dal corpo in armonia con il proprio respiro che esprime le proprie potenzialità, i propri limiti, i punti di confine tra l’uno e l’altro per addentrarsi dolcemente nella propria personale asana. Ecco che è possibile recuperare la propria interezza respiro dopo respiro, movimento dopo movimento e passo dopo passo. Un ascolto consapevole del proprio corpo e della propria mente attraverso il corpo, attraverso la dinamicità e/o la staticità del movimento stesso offerto dall’intenzione e dall’attenzione che è possibile portare sui tessuti, sulle cellule, sui muscoli, sulle ossa, sui tendini per costruire, realizzare una crescente flessibilità del corpo, una graduale malleabilità della mente ed un bilanciamento emotivo. In questa cornice spontanea e non immediata, gli obiettivi possono essere abbandonati al punto di partenza e si sta nel fare ciò che in quel preciso istante si sta facendo. Lasciare andare gli obiettivi consente di non entrare dentro un’ottica di performance, per provare a sviluppare un atteggiamento amichevole e di accettazione, sorvolando sui propri preconcetti mentali, pregiudizi e giudizi. Tutto questo è un momento nuovo in cui si scopre quanto è stretta e sottile la connessione tra corpo e mente che troppo spesso questa unità viene vissuta come due unità singole e separate. In questo spazio unico che si viene a creare è possibile scoprire la calma, la dolcezza e la pace, luogo in cui il benessere psicofisico può nascere e si può “installare”, dando la possibilità alla mente di modificare la sua attenzione in termini di qualità. Lo Yoga permette, quindi, di unire corpo e mente attraverso una sensibile connessione tra sensazioni corporee e sensazioni mentali, le implicazioni dell’una e dell’altra non solo s’incontrano in un punto di contatto tra queste due parti ma si uniscono nell’insieme psicofisico con gentilezza. Se il corpo modifica i suoi atteggiamenti errati consente a sé stesso di passare dal dolore al sollievo e trovare un punto di stabilità, questo messaggio arriva anche alla mente che fa altrettanto in modo spontaneo.
“Non muovere mai l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima, affinché difendendosi l’uno con l’altra, queste due parti mantengano il loro equilibrio e la loro salute” (Platone).
E’ possibile costruire il proprio percorso attraverso sessioni individuali.